top of page
  • Immagine del redattoreDanila Properzi

Lutto


Oggi mi sono svegliata da sola, pochi minuti prima che la sveglia suonasse. Con un occhio chiuso ed uno aperto allungo la mano verso il comodino, prendo il cellulare e lo accendo. Sembra che ci siano parecchie notifiche... ho immaginato fossero i miei amici di Facebook che commentano le ultime foto che ho scattato... ma presto devo ricredermi... Sono messaggi di amiche che dal Brasile mi danno una notizia scioccante... assurda... impossibile da credere... una nostra cara amica è improvvisamente venuta a mancare. 28 anni. Meningite acuta. Morta nel giro di poche ore.

Mi sento avvolta da una bolla... ovattata... come se non riguardasse me... non sento nessun dolore... come se non mi importasse niente... come se non la conoscessi... non realizzo. Non posso realizzare. Perché la morte già di per sé non si riesce mai ad affrontare, figuriamoci quella di una giovane 28enne...

Poi il baule dei ricordi... quello dove vengono accumulate le nostre memorie, e che non vengono mai tirate fuori finché la persona è viva, all'improvviso esplode... la mia mente viene invasa da immagini di momenti insieme, di risate, di esperienze vissute insieme... e la prima lacrima scende... poi la seconda e poi finalmente mi rendo conto. Non c'è più. Quella ragazza così dolce, così sensibile, così radiosa, così leggera... non cammina più tra noi...

"Il cuore del saggio è in una casa di lutto" dice Salomone nel suo Ecclesiaste (7.4). Nella casa di lutto si trova la saggezza, perché quando c'è un lutto all'improvviso si comincia a pensare, a riflettere, a ponderare, a mettere ordine, a dare nuove priorità...

È come quando vai in macchina e acceleri più che puoi ma alla fine la vita ti mette davanti un semaforo rosso che ti costringe ad inchiodare di colpo... e da fermo ti giri a destra e a sinistra e cominci ad osservare... a vedere quello che la velocità ti impediva di guardare attentamente... cominci a vedere la vita nella sua vera essenza e nella sua immensa fragilità...

"È meglio andare in una casa dove c'è lutto, che andare in una casa dove si fa festa, perché quella è la fine di ogni uomo, e chi vive vi porrà mente." (Ec 7.2)


Chi vive, guardando la morte, ricorderà... ricorderà quale sarà la sua fine...

Quel delirio di onnipotenza che ci porta a credere che non moriremo mai, o che non ci accadrà niente di male, quell'egoismo ed egocentrismo che pervade la nostra vita all'improvviso subiscono una forte scossa...

E si comincia ad analizzare la propria vita... e si fanno le famose domande: dove sto andando? Cosa sto facendo? Cosa sto costruendo? Sto vivendo pienamente la mia vita? Cosa c'è oltre la morte? Siamo davvero solo polvere? Siamo solo materia che così come si è formata così scomparirà? O c'è qualcos'altro? C'è una vita eterna? E se c'è che sto facendo per conquistarla?


In questi anni mi è capitato di partecipare ad alcuni funerali, me ne ricordo uno in particolare... la persona deceduta era una persona il cui termine "buona" non gli si addiceva per niente, tradiva la moglie e la picchiava, così come picchiava i suoi figli. Mai un gesto d'amore, mai un cenno di dolcezza, odiava il clero e la chiesa cattolica, che considerava un branco di ipocriti. Con la vecchiaia si addolcì ma non cambiò la sua opinione riguardo alla religione. Una delle sue ultime parole fu: "non sono mai entrato in chiesa da vivo e non ci entrerò da morto", ma a questa affermazione i figli risposero: "hai comandato da vivo, da morto comandiamo noi." E così fu celebrato il funerale. Ma non fu questa la cosa più sconcertante. La cosa più assurda fu ciò che il prete disse nella sua omelia: "Era una persona buona. Adesso ci guarda dall'alto." Nessuno disse nulla...

Ho capito negli anni che questa è una frase cliché. Accompagnata da altre come: intercede per noi, prega per noi dall'alto, etc. etc. Fa parte di un manuale di ipocrisia e falsità che va avanti da secoli.

Come se per il solo fatto di morire hai il diritto di entrata nei luoghi celesti. E 'sti cavoli se hai avuto una vita orribile, piena di disonore. Se il segno che hai lasciato sono cicatrici nel corpo o nell'anima senza mai pentirtene, senza mai chiedere scusa.

Ma in un giorno di dolore non sta bene... non sta bene dire la verità... ci sono i familiari... non si fa... eh già... viviamo nella menzogna e moriamo nella menzogna.


Ma se tu che leggi credi che ci sia un luogo dove Dio ti aspetta per vivere insieme l'eternità, sappi allora che l'entrata non è un diritto che si acquisisce per il semplice fatto di essere trapassato. Incredibile... ci sono persone che anche quando pensano alla morte soffrono di delirio di onnipotenza. Come se qualcosa gli fosse dovuto.


È qui, è oggi, è ora che si decide dove passeremo la nostra eternità. Sono le nostre scelte personali. Non sarà un'altra persona sulla terra che cambierà la tua destinazione, non importa quanto si impegni a pregare per te. Dio non fa sconti. Dio da libertà di scelta, qui e ora. Nessuno può farlo al posto tuo. O credi o non credi. E Dio è così folle e misericordioso che ti da il diritto di sceglierLo o meno, di amarLo o meno. Ma una volta scelto, al momento della morte la scelta diventa effettiva ed irrevocabile.


"È preziosa agli occhi dell'Eterno la morte dei suoi santi." (Sl 116:15)

Non di tutti, ma dei Suoi santi. E i santi (così come già spiegato in un altro articolo) non sono coloro che sono morti, ma sono i vivi che nella loro camminata hanno deciso di andare controcorrente di credere all'impossibile, di aver fede nell'invisibile, che vanno oltre le derisioni o le accuse di chi invece non crede, coloro che non si conformano ma si trasformano a Sua immagine ogni singolo giorno, coloro che non negano Cristo anche a costo della propria vita. Non importa come hanno cominciato la loro esistenza, se bene, se male, se da delinquenti, assassini, stupratori, bugiardi, adulteri, avari o alcolizzati, ad un certo punto hanno DECISO come avrebbero finito.

Solo Dio, solo Dio può far morire quadrato chi è nato tondo. Solo Dio può trasformare la nostra essenza più profonda. E lo fa solo con chi glielo permette. Con chi gli da libero accesso. Con chi non gli pone limiti con dubbi, desideri egoistici, paure, dogmi prefabbricati, tradizioni inutili.

Chi ha deciso di dare la propria vita a Dio e di camminare seguendo i passi di Cristo, così come la mia amica che ora non c'è più, allora non temerà davvero la morte, perché così come disse l'apostolo Paolo: "Sono stretto da due lati: avendo il desiderio di partire da questa tenda e di essere con Cristo, il che mi sarebbe di gran lunga migliore, ma il rimanere nella carne è più necessario per voi." (Filippesi 1.23,24)


Stare con Cristo, partire da questo corpo, che è solo una tenda, sarebbe di gran lunga migliore. L'unico motivo per cui rimaniamo è per gli altri, per benedirli, per aiutarli. Una vita per gli altri oltre che per se stessi... Ma ogni anno che passa questa frase sembra sempre più utopia...

Una mia amica commentando questa improvvisa morte della nostra amica in comune ha scritto:


"A noi, amici e familiari resta solo la consolazione dello Spirito Santo e riflettere su ciò che abbiamo fatto delle nostre vite, quali sono state le nostre priorità, cosa abbiamo vissuto con Dio e per Dio, per il Regno di Dio, quanto abbiamo amato, perdonato, quanto abbiamo permesso che le ferite si seccassero e cicatrizzassero affinché nuove e più belle emozioni potessero nascere... la vita cristiana è molto più che parole, predicazioni o post su Facebook... vita cristiana è essere pronto ogni giorno a morire... morire un po' di più per il mondo, per la carne, per noi stessi e perfino preparati per la morte del corpo. Ma lo siamo? Se dovessimo morire oggi, le persone saprebbero quanto hanno significato per noi? Che le abbiamo perdonate? Sapranno che esiste "un Regno di Giustizia e di Pace" che ci aspetta? Oppure siamo diventati "comuni" come tanti altri?..."

Io continuo a riflettere... e continuo a seguire i Suoi passi... e spero di aver spinto anche qualcun altro alla riflessione... in fondo, come dice un mio buon amico marchigiano "la messa è pe' chi la scorda", la messa è per chi l'ascolta...

R.I.P. amiga linda.


bottom of page