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Immagine del redattoreDanila Properzi

Il potere di Dio nella quotidianità


Il 14 del mese di Adar (che cade tra il nostro febbraio e marzo) i giudei celebrano la festa di Purim. Purim è la celebrazione che i giudei fanno ogni anno per ricordare la grande liberazione che il Signore ha provveduto attraverso Ester per il popolo ebraico che doveva essere sterminato secondo l’ordine del suo nemico Haman.

L'inclusione del rotolo di Ester nel Tanak è stata a lungo dibattuta, perché sebbene avesse molti requisiti per entrare a farne parte (il fatto che era scritto in ebraico, la certezza dei fatti storici, non era in disaccordo con gli scritti di Mosè, era scritto tra Mosè ed Esdra) sembrava mancare una parte essenziale: il nome di Dio.

Non solo nel rotolo di Ester non è menzionato nessuno dei 70 nomi di Dio, ma non viene descritto nessun miracolo.

Potrei citare a questo proposito anche la vita di Nehemia. Il nome di Dio è menzionato ma non ci sono miracoli, non c'è, a differenza di quanto accaduto con i patriarchi, un ordine esplicito di Dio. Dio non parla con Nehemia, vediamo solo Nehemia parlare con Dio.

Ma basta farci caso e possiamo facilmente notare che anche tutti gli altri personaggi biblici non hanno vissuto miracoli 24h su 24h e 7 giorni su 7.


Vediamola così:

Di Abele non si racconta che abbia mai visto un miracolo di Dio.

Noè ha vissuto 930 anni. La sua collaborazione soprannaturale con Dio è durata pochi giorni. 1 giorno quando Dio gli ha detto di costruire l'arca, 1 quando gli ha detto di entrarci, 1 quando ha visto gli animali andare da lui spontaneamente, 1 quando ha visto il diluvio avverarsi, 1 quando Dio gli ha parlato al momento di uscire dall’arca. Dio è dunque sparito per gli altri 929 anni 11 mesi e 25 giorni?

Abrahamo visse 175 anni, ma se non me ne è sfuggita qualcuna, 15 sono gli interventi miracolosi di Dio (le volte che Dio gli parla, l'intercessione per Sodoma, la nascita di Isacco, la legatura di Isacco, etc.) e per vivere il più grande miracolo, che è suo figlio, dovette aspettare 25 anni.

Giuseppe visse 110 anni. Ma anche i suoi giorni soprannaturali non sono molti. 2 quando ha i sogni da ragazzo, 1 quando interpreta i sogni del coppiere e panettiere, 1 quando interpreta i sogni del faraone. Dai primi sogni alla loro realizzazione passano 13 anni (17-30).


Si guarda la vita degli uomini e delle donne di Dio come se vivessero tutti i giorni disconnessi da questo mondo. Ma non è così. Anche loro hanno dovuto affrontare anni di "semplice vita" e guardando la durata della loro vita, sicuramente sono stati più dei nostri.

Il 90%, e anche più, delle loro vite è semplice quotidianità.

Non è che ogni volta che Giosuè doveva attraversare un fiume questo si apriva, o per ogni battaglia il sole si fermava, o in ogni città da combattere le mura cadevano.

Dio si manifesta personalmente in quei momenti che chiamiamo soprannaturali, ma Dio non smette di essere presente in tutti gli altri.

Ecco perché il libro di Ester, come quello di Ruth, è straordinario. Perché la mano di Dio è visibile nella sua invisibilità.

Ci sono certamente miracoli soprannaturali, la Bibbia ne descrive molti. Ma esiste anche un altro tipo di miracolo. Questi, a differenza di quelli visibili, possono essere ben spiegati, eventi interconnessi che portano in qualche modo un cambiamento significativo. Al di là del soprannaturale, la Presenza Divina può rivelare sé stessa attraverso coincidenze apparenti e interconnessioni che finiscono per diventare un miracolo. Un miracolo è definito non dalle meraviglie coinvolte in esso, ma piuttosto per il significato che ha per le persone coinvolte. I giudei nelle preghiere quotidiane ringraziano per "I suoi miracoli che accadono ogni giorno".

La capacità di vedere il miracoloso nel quotidiano e nell'ordinario è ancora un altro modo di collegarsi con il Divino. Ester viene dalla radice satar che vuol dire "nascosto". Una cosa nascosta non è una cosa che non c'è, è una cosa che c'è ma non si vede.

La Divina Provvidenza si rivela attraverso la nostra capacità di percepire il nascosto, l'aspetto miracoloso degli eventi banali che compongono la nostra vita. Troppo intasata dall'abitudine o dalle tradizioni, la nostra percezione spesso non è in grado di vedere la gloria in molte cose. I giudei recitano una benedizione su tantissime cose semplici: mangiare, dormire, svegliarsi, lavarsi le mani. Il fermarsi e ringraziare, riflettere, percepire la nostra quotidianità rappresentano un invito ad aprire gli occhi e ad osservare la potenza e la bellezza delle nostre esistenze.

A volte questi eventi minori arrivano ad essere qualcosa di importante, per cui ci sentiamo in dovere di ringraziare. Eppure, anche quando rimangono dei semplici eventi siamo chiamati a cercare e trovare il supremo nella nostra semplice vita quotidiana.

Dio è presente in ogni luogo, in ogni momento, in ogni istante.


Dove potrei andare lontano dal tuo Spirito, o dove potrei fuggire lontano dalla tua presenza? Se salgo in cielo, tu sei là; se stendo il mio letto nello Sceol, ecco, tu sei anche là. Se prendo le ali dell'alba e vado a dimorare all'estremità del mare, anche là la tua mano mi guiderà e la tua destra mi afferrerà. Se dico: «Certo le tenebre mi nasconderanno», persino la notte diventerà luce intorno a me. (Sl 139.7-11)


Dio è ovunque.

Una mia amica recentemente aveva affrontato un'operazione particolare al cuore. Parlando con me ha ringraziato Dio che è andato tutto bene e mi ha detto che era dispiaciuta del fatto che prima dell'operazione non è riuscita ad andare in chiesa a pregare e mi disse: "L'ho fatto qui in ospedale, vabbé varrà lo stesso." Al mio affermare che Dio è ovunque lei è stata d'accordo ma in chiesa, specialmente quando non c'è nessuno, riesce ad essere più concentrata e l'atmosfera è diversa. Io ho pensato e ho fatto la stessa cosa per tanti anni, prima di convertirmi.

Perché succede questo? Almeno per tre ragioni:


1. perché non c'è l'assoluta consapevolezza che Dio è ovunque e che Dio è in te. Lo sapete (nella testa), ma non lo sapete (nell’anima)

2. perché riusciamo a sentirlo solo nel silenzio e abbiamo difficoltà a sentire Dio in mezzo al caos della quotidianità.

3. Per tradizioni, indottrinamenti, abitudini, mancanza di disciplina, mancanza di preghiera, latenza di comunione.


Dio non è in quattro pareti tant’è che lui stesso per bocca di Geremia dice:

Sono io soltanto un DIO da vicino», dice l'Eterno, «e non anche un DIO da lontano? Potrebbe uno nascondersi nei nascondigli senza che io lo veda?», dice l'Eterno. «Non riempio io il cielo e la terra?», dice l'Eterno. (Gr 23.23, 24)


Il verbo è riempire, non dice "io vedo il cielo e la terra" ma "riempio", ossia tutta la terra è piena, assorbe completamente la Sua presenza.


Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta. (Gv 1.3)


C'è Dio nella crescita degli alberi, c'è Dio nella nascita di un bambino, c'è Dio nel vento che soffia, c'è Dio nel fuoco che scalda, c'è Dio nell'aria che respiriamo, c'è Dio nel piatto caldo che mangi, c'è Dio nel tetto sopra la tua testa, c'è Dio nel materasso in cui riposi.

Che ti piaccia o meno la persona che hai davanti, c'è Dio in lei.


Le tue mani mi hanno fatto e formato; (Sl 119.73)

Sì, tu hai formato le mie interiora, tu mi hai intessuto nel grembo di mia madre. (Sl 139.13)

Le mie ossa non ti erano nascoste quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. (Sl 139.15)


C'è Dio nelle parole che pronunciamo. Non sto dicendo che le parole che pronunciamo vengano da Dio, sto dicendo che esse hanno l'essenza creatrice di Dio: morte e vita sono in potere della tua lingua. Ossia io creo la vita, e creo la morte attraverso le mie parole.


Non sto predicando contro i miracoli, ma come già detto, loro non avvengono 24h al giorno! O meglio non accadono 24h al giorno quei miracoli in cui è evidente, anche al più cieco, la mano di Dio!

La frase “la vita è un miracolo” ha perso valore e significato ed è stata relegata a frasetta da scrivere sui social per accaparrarsi i like.

Ma se sapessimo vedere i miracoli che accadono quotidianamente allora davvero la vita sarebbe un miracolo e noi non avremmo tempo per attacchi di panico, depressione, vittimismo, senso di inferiorità, stress, offesa, frustrazione, etc., etc.

Sapere essere grati nel proprio cuore per ogni evento ci mantiene umili, connessi a Dio e consapevoli che davvero la mano benefica di Dio è su di noi.


Io ho sperimentato una sola volta un miracolo con l'azione evidente di Dio. E tutti i miei alunni lo conoscono perché l'ho già raccontato, e come non potrei? Fu durante in un incidente con il motorino in cui Dio mi salvò davvero in modo potente ed inequivocabile. Ma in tutti i miei anni di vita, sinora quello è stato l'unico miracolo. Un giorno solo, poi per gli altri oltre 16.425 ho vissuto Dio quotidianamente.

Quando riceviamo una profezia o vediamo il muovere di Dio dentro la chiesa è molto bello. Ci esorta, ci conferma, ci sprona, ma non è questo che dovrebbe dirmi se in una chiesa c'è il Suo Spirito oppure no.

Cosa vale di più, una persona che vive e agisce nell'amore di Cristo per tutta la vita, o una persona che nella sua vita ha resuscitato uno o più morti? La potenza sta in entrambe.

Le persone chiedono: Dio usami! Ma molte vogliono un ministero per esser usate. Ma se Dio è ovunque anche tu puoi servirlo ovunque.

Impariamo a riconoscere la mano di Dio nelle cose giornaliere e impariamo a riconoscere le opportunità che Dio ci dà per servirlo nelle cose giornaliere.

Pensi sia un caso che il re Assuero quella notte non riuscisse a dormire e si fece leggere le Cronache dei Re?

Pensi sia un caso che Nehemia ottene il favore del re Dario?

Pensi sia un caso che quando Israele era terrorizzata dal Golia, il padre di Davide lo mandò al campo a consegnare del cibo?

Pensi sia un caso quel tuo incontro a quell'ora in quel posto?

Pensi sia un caso se quella persona dopo una vita ti abbia chiamato?

Se la tua vita è affidata a Dio, Dio la guida usando molto raramente i miracoli e costantemente esperienze quotidiane.

Dobbiamo solo imparare a riconoscerlo.

Dobbiamo solo imparare a vederLo nella nostra soprannaturale quotidianità.

1 Comment


michelastella
Jun 01, 2020

condivido il tuo pensiero. Dio si vive nella quotidianità sta a noi aprire gli occhi spirituali, tutto dipende da noi nella misura della nostra fede

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