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  • Immagine del redattoreDanila Properzi

Il Tempo di Preparazione è importante tanto quanto la Missione


Esiste una parabola nella Bibbia, nel Vangelo di Matteo al cap. 25, dove si parla di 10 ragazze che si preparano per festeggiare lo sposo. Tutte hanno le lampade con loro, ma solo cinque si sono ricordate di portare dell’olio in più. Lo sposo tarda ad arrivare e tutte si addormentano. Quando finalmente si sentono le grida di festa per il suo arrivo, le ragazze si svegliano ma le cinque senza olio di scorta, che la Bibbia chiama di stolte, si rendono conto che la loro lampada sta per spegnersi, così chiedono alle altre cinque, che la Bibbia chiama avvedute, di dargliene del loro, ma queste, giustamente, si rifiutano dicendo: "No, perché non basterebbe né a noi, né a voi; andate piuttosto dai venditori e compratene". Così le stolte vanno a comprarlo ma questo gli fa perdere tempo e quando ritornano le porte che danno alla sala delle nozze sono chiuse e loro non possono più entrare, mentre le cinque che erano pronte entrarono con lo sposo per le nozze.

Si potrebbero tirar fuori decine di argomenti su questa parabola, ma la mia attenzione cade su quel “pronte”, ossia sul fatto che cinque di esse erano preparate.

Le cinque avvedute non si preparano durante o al momento della missione, ma prima. Prima di uscire di notte loro si erano preparate.

La parola greca per “pronto”, che incontriamo qui, è hetoimos che vuol dire proprio: preparati. Qualificati, pronti, perfezionati per un fine specifico.

C’è un’altra persona che usa questo vocabolo: Pietro, la notte in cui Gesù fu arrestato:

«Signore, io sono pronto ad andare con te tanto in prigione che alla morte». (Lu 22.33)

Ma Pietro è tutt'altro che pronto, tant'è che Gesù lo corregge subito e gli dice «Pietro, io ti dico che oggi il gallo non canterà, prima che tu abbia negato tre volte di conoscermi». (Lu 22.34)

Pietro doveva passare altre prove, vivere determinate esperienze, prima di potersi considerare davvero hetoimos per la missione.

Non c’è una singola persona che Dio ha chiamato per una determinata missione che non abbia prima preparato. Io credo fortemente che esistano qualità soprannaturali che Lui fornisce, ma esistono anche qualità naturali che tu stesso devi sviluppare.

Ho notato, però, che ci sono svariate persone che si aspettano che sia Dio a provvedere a tutto. Conosco amici pastori che mi raccontavano di come rimanevano a bocca aperta sentendo alcune affermazioni:

Tizio: “ah pastore! So che Dio mi ha chiamato per andare in missione in Cina! Io sarò un missionario e farò prodigi per il Suo nome!”

Pastore: “Amen! Gloria a Dio! E come ti stai preparando al riguardo? Stai studiando il cinese? La loro cultura? Il loro cibo? Stai studiando la loro storia?”

Tizio (quasi scioccato dalla domanda): “No! Quando sarà il momento il Signore mi dirà cosa fare, il Signore mi darà tutti i doni che mi servono per compiere la missione.”

Questo dialogo (realmente accaduto più di una volta), sarebbe divertente se non fosse spaventoso. Farebbe ridere se questa cieca mediocrità ed ignoranza non coinvolgesse delle anime!

Allora mi domando: Perché per tutte le professioni del mondo bisogna prepararsi, ma quando si tratta di quello che Dio ci ha chiamato a fare facciamo le cose alla carlona (ossia goffa, malaccorta, superficiale)? Persino la manna smise di scendere dal cielo quando entrarono nella terra promessa! Delle serie: ora non vi serve più, rimboccatevi le maniche e lavorate!

Studiare, perfezionarsi, conoscere è vitale!

Il cuore dell'uomo prudente acquista conoscenza, anche l'orecchio dei saggi cerca la conoscenza. (Pr 18:15)

Inoltre non è bene per un'anima essere senza conoscenza; chi va a passi frettolosi sbaglia strada. (Pr 19:2)

Con la conoscenza si riempiono le stanze di ogni sorta di beni preziosi e gradevoli. (Pr 24:4)

Socrate disse: Esiste solo un bene: la conoscenza. E un solo male: l'ignoranza".

La conoscenza ci rende liberi, ci permette di fare scelte. Le dittature sono contrarie alla cultura, alla libera informazione e all'istruzione, perché un popolo che non sa è un popolo a cui si può raccontare quello che si vuole e che conviene che sappia, è un popolo che si può manipolare facilmente, perché chi è ignorante non conosce altre vie, altre soluzioni.

Studiare, e quindi acquisire conoscenza, ci permette di poter dare delle opinioni, sviluppa la nostra capacità di pensare e quindi di scegliere.

Per esempio, negli anni ’50 si credeva che il fumo facesse bene, veniva persino raccomandato da medici e dentisti! Oggi gli studi dimostrano che il tumore ai polmoni è causato principalmente dal fumo. Quindi, dopo tutte le campagne pubblicitarie di sensibilizzazione, se fumi non si tratta più di mancanza di conoscenza ma diventa una scelta!

Studiare però, non solo ci fa uscire dal canale cieco dell’ignoranza, senonché lo studio ci aiuta a capire chi siamo e quali sono le nostre passioni, e anche la nostra chiamata.

Il proprio Gesù non è arrivato a 30 anni impreparato e poi per magia lo Spirito è sceso su di lui dandogli tutto! È scritto:

E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini. (Lc 2.52)

Quando tornando da Gerusalemme i genitori non lo trovavano tra la carovana, lo andarono a cercare:

E avvenne che, tre giorni dopo, lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, intento ad ascoltarli e a far loro domande. E tutti quelli che l'udivano, stupivano della sua intelligenza e delle sue risposte. Ma egli disse loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». (Lu 2.46,47,49)

La sua chiamata era quella di salvare il mondo? Allora era vitale, era necessario che conoscesse le cose di Dio meglio di chiunque altro e cominciò presto a studiare!

A questo proposito, c’è un personaggio nella Bibbia, che mi ha sempre incuriosito, il suo nome è Betsaleel.

L'Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: «Vedi, io ho chiamato per nome Betsaleel, figlio di Uri, figlio di Hur, della tribù di Giuda; e l'ho riempito dello Spirito di DIO, di sapienza, di intelligenza, di conoscenza e di ogni abilità, per ideare disegni artistici, per lavorare l'oro, l'argento e il bronzo, per scolpire pietre da incastonare, per intagliare il legno e per eseguire ogni sorta di lavori. Es 31.1-5 (Es 35.31)

Dio deve aver scelto il migliore per farsi fare le opere artistiche del suo tabernacolo. Immagino Betsaleel come un Da Vinci, un Giotto, un Michelangelo, se non meglio, visto che su di Lui c’era lo Spirito di Dio! Ma non credo minimamente che lo Spirito di Dio sia sceso su di lui all'improvviso. Io credo che si tratti di un talento con cui questo ragazzo (o uomo) è nato e che lui ha sviluppato e perfezionato nel tempo.

Non si diventa il miglior incastonatore e orafo per caso. Si studia, si investe tempo e denaro, ci si sacrifica.

Prendiamo un altro esempio: Israele. Tutti rimangono sorpresi di come questo popolo in meno di 70 anni sia arrivato ad essere una tra le prime potenze del mondo, partendo dal NIENTE, senza avere a favore neanche la geografia, essendo una nazione principalmente desertica e con clima molto secco. Eppure in molte cose sono i primi.

Einstein, Freud, Marx (figlio di Herschel Marx Levi Mordechai il cui padre a sua volta era rabbino), erano ebrei. Ricordiamo Benjamin Rubi, che ha donato al mondo l’ago da siringa per le vaccinazioni, Jonas Salk che ha messo a punto il primo vaccino antipoliomelitico mentre Sabin ha sviluppato e migliorato lo stesso vaccino, Gertrude Elion che ha creato una medicina contro la leucemia, Baruch Blumberg ha creato il vaccino contro l’epatite B, Paul Ehrlich ha scoperto un trattamento contro la sifilide, Elie Metchnikoff ha vinto un premio Nobel per la sua ricerca contro le malattie infettive, mentre Andrew Schally ha vinto un Nobel per l’endocrinologia. Per non parlare di Marie Curie, prima donna professore all’università di Francia e vincitrice di due premi Nobel.

Nel corso degli ultimi 150 anni, gli ebrei hanno vinto 180 premi Nobel.

E lo stesso discorso vale per il commercio, molte marche e imprese famose in tutto il mondo sono di ebrei: Ralph Lauren (Polo), Levi Strauss (Levi’s), Howard Schultz (Starbuck’s), Sergey Brin (Google), Michael Dell (Dell Computers).

Così come nello spettacolo: Harrison Ford, Tony Curtis, Charles Bronson, Sandra Bullok, Barbra Streisand, Billy Kristal, Woody Allen, Paul Newman, Peter Selles, Dustin Hoffman, Michael Douglas, Ben Kingsley, Kirk Douglas, Jerry Lewis e Peter Falk. (http://www.amicidisraele.org/2017/08/perche-gli-ebrei-sono-cosi-potenti-e-i-musulmani-cosi-impotenti/)

Il politologo, economista e analista finanziario Farrukh Saalem, di origine pakistana si chiede: perché gli ebrei sono così potenti? La sua risposta, per cui concordo pienamente, è: l’educazione.

Gli ebrei non hanno il successo nel DNA. Gli ebrei ce l’hanno nella mente, nei valori e nelle tradizioni che hanno salvaguardato nel corso dei secoli a costo della propria vita.

Nel successo delle loro scoperte, poi messe a disposizione di tutti, io ci vedo una riflesso della divinità.

Mi spiego meglio.

Quando frequentavo il seminario, la maggior parte voleva appartenere ad uno dei cinque ministeri (apostoli, profeti, evangelisti, dottori e pastori – Ef 4.11), eppure l’apostolo Paolo in una delle sue lettere fa una domanda retorica e si/ci chiede: “Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti dottori?” (1Co 12.29)

La risposta è ovviamente: no. E lo sapete perché no? Perché NON SERVE!

Se fossero tutti apostoli, profeti, etc., etc., dove sarebbero i dentisti, i professori, i medici, gli spazzini, i meccanici, i negozianti? Ti si rompe il sistema elettrico dell’auto vai da un pastore affinché ci preghi sopra? Non ti servirà forse un elettrauto?

È scritto:

E qualunque cosa facciate, fatelo di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini. (Cl 3.23)

Qualunque cosa! E in questo qualunque cosa rientrano anche i vari mestieri! Perché fondamentalmente a Lui appartiene tutto, e ogni cosa è per lui.

Poiché da lui, per mezzo di lui e in vista di lui sono tutte le cose. (Ro 11.36)

Qualsiasi lavoro facciamo è da Lui, per mezzo di Lui e in vista di Lui.

Erroneamente si fa una netta distinzione tra il lavoro “secolare” e quello “cristiano” (o evangelico o religioso). Ma a colui che è nato di nuovo non gli manca davvero nulla per essere un Betsaleel, perché anche lui è ripieno di Spirito, e anche lui può contribuire “a formare il tabernacolo di Dio”.

Dio è il muratore che ha edificato il mondo, il pittore che gli ha dato colore, l’architetto dell’universo, il legislatore che fece le leggi della natura, il tecnico del suono che creò ogni sonorità. Chi dice che alcune professioni sono secolari pare non abbia compreso che le varie professioni sono il riflesso della natura divina nell'uomo. (Drummond Lacerda)

Nel mondo si tende a dare del proprio meglio, ad eccellere. Ma poi, non si sa come, quando si diventa cristiani tendiamo ad accontentarci. A fare il minimo indispensabile, tanto Dio ci ama e ci accetta così come siamo, giusto? Sbagliato! Dovrebbe essere il contrario! Quando divento cristiano dovrei diventare la migliore segretaria, il miglior venditore, il migliore infermiere! E come ci riesco? Acquisendo conoscenza! Perché come ho già detto prima, lo Spirito è lì per la parte soprannaturale, ma per la parte naturale ci devo pensare io!

Concludendo:

Sei chiamato a parlare ma hai problemi di comunicazione o ti vergogni? Fai un corso di oratoria, di dizione oppure che un corso di teatro!

Sei chiamato a suonare o cantare in chiesa? Fai un corso di canto, di strumento.

Sei sciolto e estroverso nel parlare ma non ti dai bene con la lingua italiana? Fai un corso di letteratura, leggi parecchi libri, o iscriviti ad un club del libro!

Senti che sei portato ad esortare il tuo prossimo? Fai un corso di counseling, iscriviti a psicologia, perché ci sono cose della psiche che tu devi sapere altrimenti rischi di fare un gran casino!

Perché dovrei trattare le cose di Dio, e le sue preziose creature con la mia mediocrità e il mio orgoglio? Mi vergogno ad iscrivermi ad un corso perché sono troppo vecchio, o non mi sento intelligente, o ho paura del confronto, ma non mi vergogno e non ho paura di usare la mia ignoranza col corpo di Cristo?!

Pensare “farà lo Spirito” vuol dire non aver capito Dio, vuol dire essere religioso, cieco, ignorante, pigro e mediocre!

Noi nasciamo con un proposito. Tutti hanno un piano perfetto. E non è tardi, non sei troppo vecchio e non sei troppo stupido.

Anzi, ti dirò, se ti senti stupido le ragioni possono essere due:

  1. Stai facendo qualcosa che non dovresti fare.

Einstein a questo proposito disse qualcosa di molto interessante: «Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.»

In questo caso ti consiglio vivamente di scendere dall'albero e capire qual è il tuo talento e la tua vera chiamata.

  1. Non ti sei preparato abbastanza.

In questo caso: studia! Prendi come esempio persone che fanno il tuo mestiere, guardale, osservale, studiale, fatti ispirare da loro! Leggi molto! Informati! Non ti vergognare di fare domande! E non mettere la scusa dei soldi! Oggigiorno con tutta la conoscenza che è messa a disposizione in mille modi, non si sa solo se non si vuole sapere!

Il re Davide diceva che siamo fatti in modo stupendo (Sl 139.4)…

Ma è anche vero che:

"La gente che non è in grado di motivare se stessa deve accontentarsi della mediocrità, non importa quanto impressionanti siano le loro capacità" (A. Carnegie).

Non ti precludere la possibilità di scoprire, di crescere, di sapere…

L'uomo saggio è pieno di forza, e l'uomo che ha conoscenza accresce la sua potenza. (Pr 24:5)

Accendi la passione e... buono studio!

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