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  • Immagine del redattoreDanila Properzi

Uscendo dal sepolcro #1 (Le donne)


Tutti e 4 i vangeli ci raccontano di questa straordinaria giornata. Dalle prime luci dell’alba alla fine di quello stesso primo giorno della settimana, gli evangelisti fanno un resoconto personale, e differente in dettagli, di cosa accadde dopo che Yeshua resuscitò. Nessuno di loro parla della resurrezione, di come sia avvenuta, ed è giusto così perché nessuno ha visto Cristo nel momento esatto in cui tornava in vita. Loro sono testimoni viventi e non possono testimoniare qualcosa che non hanno visto. Nessuno ha visto la resurrezione ma molti ne hanno vissuto e ne stanno vivendo tuttora gli effetti.

Le prime e importanti protagoniste di questa giornata sono le donne. Gli evangelisti elencano parecchie donne che avendo comprato aromi si recano al sepolcro per effettuare sul corpo di Yeshua l’imbalsamazione. L’imbalsamazione è un insieme di tecniche volte a preservare il corpo di una persona o di un animale. E questo loro desiderio è già una prova del fatto che non si aspettavano che risorgesse.

Dai racconti, infatti, appare evidente che nessuno dei suoi discepoli si aspettava di vederlo risorto, nonostante lo stesso Yeshùa lo avesse annunciato prima della sua morte (Mt 16.21; 17.23; 20.19; Mc 9.31; 10.34; Lu 9.22). Nessuno di loro credette. La Parola era stata annunciata ma era stata raccolta e poi velocemente dimenticata.

"Ora nel primo giorno della settimana, al mattino molto presto, esse, e altre donne con loro, si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato." (Lu 24.1)


Di mattino presto dice la Scrittura. Le donne immagino che fremessero per recarsi al sepolcro, non si può aspettare molto per l’imbalsamazione. In questa loro scelta di recarsi al sepolcro possiamo vedere non solo un gesto d'amore, ma anche un grande coraggio. Eh sì, coraggio, perché se ricordiamo bene Pilato, su suggerimento dei sacerdoti, fece chiudere la tomba con una grossa pietra, la sigillò e mise due uomini a fare la guardia (Mt 27.66). Non a caso le donne si chiedono: «Chi ci rotolerà la pietra dall'entrata del sepolcro?» (Mc 16.3).

La cosa interessante, su cui vorrei porre l'attenzione del lettore, è che loro si pongono questa domanda strada facendo, ossia non si pongono il problema prima di uscire, tra le mura di casa, al sicuro dai farisei, loro sanno solo che devono prendersi cura di Yeshùa. E questo è già un insegnamento di per sé, perché ci sono persone che si scoraggiano o mettono i bastoni tra le ruote ancor prima di iniziare qualcosa, nascondendosi dietro la frase: io sono realista (che più delle volte è pessimista). Ma l'unica realtà è che queste persone non so poi quante sorprese o vittorie riceveranno nella vita, perché un fatto è certo, se queste donne si fossero fatte fermare da un problema reale e tangibile come lo era il governo romano e il sinedrio, non sarebbero mai state loro le prime a vedere il Cristo risorto. Nella vita esistono i pessimisti, i realisti e gli ottimisti, ma io dico che esiste una quarta categoria che trascende le altre tre: coloro che credono nella potenza e nella fedeltà di HaShem (Dio). Se un progetto è da Dio, se ha il suo benestare buttati, fallo, ci penserà Dio a far cadere i soldati e a rotolare la pietra!

Perché, come sappiamo, ci fu un terremoto e la pietra venne rotolata via e le guardie caddero a terra! (Mt 28.2-4).

Ma continuiamo col racconto di quella straordinaria giornata. Dopo che le pietra rotolò in modo soprannaturale, apparvero due messaggeri. Luca e Giovanni parlano di due agghelos, Matteo e Marco invece si focalizzano su uno, probabilmente su quello che reca il messaggio. La parola greca agghelos (ἄγγελος) non significa angeli, bensì messaggeri, infatti questi due personaggi sono lì per portare un messaggio di vitale importanza:

Così come furono loro a dare notizia della nascita di Yeshùa, sono sempre loro i primi a dare la notizia della Sua Resurrezione:

Non temete, perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è qui, perché è risorto, come aveva detto; venite, vedete il luogo dove giaceva il Signore. (Mt 28.5,6)

Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; è risuscitato, non è qui; ecco il luogo dove l'avevano posto. (Mc 16.6)

Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordatevi come vi parlò, mentre era ancora in Galilea, dicendo che il Figlio dell'uomo doveva esser dato nelle mani di uomini peccatori, essere crocifisso e risuscitare il terzo giorno. (Lu 24.5-7)

Mettendo insieme i pezzi dei 4 vangeli, sembrerebbe proprio che la prima volta le donne prese da timore corrano via senza dire niente a nessuno.

Ed esse, uscite prontamente, fuggirono via dal sepolcro, perché erano prese da tremore e stupore; e non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura. (Mc 16.8)

Ma Maria Maddalena deve aver vinto questa paura perché molto probabilmente è lei che rivela per prima della resurrezione di Cristo a Pietro e Giovanni (Gv 20.1-18).

Alla fine tutte dissero ai discepoli quanto era accaduto. Ma questi non credettero. Nessuno di loro credette.

Ma essi, sentendo dire che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo queste cose, apparve in altra forma a due di loro, che erano in cammino verso la campagna. Anch'essi andarono ad annunziarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. (Mc 16.11-13)

Ma queste parole parvero loro come un'assurdità; ed essi non credettero loro. (Lu 24.11)

Ma Giovanni ci spiega perché:

Essi infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che egli doveva risuscitare dai morti. (Gv 20.9)

Yeshùa ha investito 3 anni e più della sua vita ad istruire, a preparare, ad insegnare, ad ammaestrare i suoi dodici. È a loro che rivelava il significato delle parabole, fu Pietro che per primo ebbe la rivelazione che Yeshùa era figlio di Dio. Eppure Yeshùa non si mostra per primo ai discepoli bensì a Maria Maddalena.

I discepoli saranno gli ultimi a vedere Yeshùa quel giorno. Infatti l'ordine di incontri di quella intensa giornata di Yeshùa furono: Prima Maria Maddalena, poi le altre donne, poi i due discepoli sulla strada di Emmaus e infine i discepoli.

Ora, per quanto riguarda l'incontro con Maria Maddalena, colui che è cieco, superficiale e malizioso vorrà vederci qualche film romantico (e come biasimarlo? Chi non ha intendimento delle cose di Dio cerca di appiccicare la logica mondana alla sacralità e sapienza delle Scritture). Colui che invece conosce la Parola di Dio, colui che sa che Dio non fa mai niente per caso, allora va a cercare un significato, un insegnamento dietro questo evento.

Andiamo quindi a vedere chi era Maria Maddalena.

E in seguito avvenne che egli andava attorno per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio; con lui vi erano i dodici, e certe donne, che erano state guarite da spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, le quali lo sostenevano con i loro beni. (Lu 8.1-3)

Vi erano pure delle donne che guardavano da lontano; fra di esse vi erano Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo il minore e di Iose e Salome, che lo seguivano e lo servivano quando era in Galilea; e ce n'erano molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme. (Mc 15.40,41)

Or presso la croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa e Maria Maddalena. (Gv 19.25)

Erano là presenti anche molte donne che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo; fra di loro c'era Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Iose; e la madre dei figli di Zebedeo. Or Maria Maddalena e l'altra Maria stavano là, sedute di fronte al sepolcro. (Mt 27.56,57,67)

E Maria Maddalena e Maria, madre di Iose, osservavano dove egli veniva deposto. (Mc 15.47)

Tutti i vangeli la menzionano. Dal giorno in cui Yeshùa l’ha liberata da sette demoni, lei ha dedicato la sua vita, il suo tempo, i suoi soldi a Lui. Non lo ha mai lasciato, mai, fino all'ultimo istante. Di chi altro si può dire questo? Chi altro non è fuggito, non lo ha rinnegato, non lo ha abbandonato? Persino quando gli stessi discepoli vedono il sepolcro vuoto e se ne vanno via increduli, lei decide di rimanere. Lei non si arrende, non si da per vinta, non si rassegna, non può rinunciare al corpo del suo Signore. C’è un amore profondo, una fedeltà dimostrata da questa donna, una costanza, un coraggio.

Ma Maria era rimasta fuori del sepolcro a piangere. E, mentre piangeva, si chinò dentro il sepolcro, e vide due angeli, vestiti di bianco, che sedevano l'uno al capo e l'altro ai piedi del luogo, dove era stato posto il corpo di Gesù. Essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Ella rispose loro: «Perché hanno portato via il mio Signore, e io non so dove l'abbiano posto». Detto questo, ella si volse indietro e vide Gesù, che stava lì in piedi; ma ella non sapeva che fosse Gesù. Gesù le disse: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Lei, pensando che fosse l'ortolano, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io lo prenderò». Gesù le disse: «Maria!». Ed ella allora, voltandosi, gli disse: «Rabboni!» che significa: Maestro. (Gv 20.11-16)

Ecco perché Yeshùa appare per prima a lei. Yeshùa stava riconoscendo, premiando, dando valore alla sua perseveranza.

Yeshùa è fedele alla Sua Parola.

«Chi ha i miei comandamenti e li osserva, è uno che mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio; e io lo amerò e mi manifesterò a lui». (Gv 14.21)

Maria Maddalena ha certamente osservato i Suoi comandamenti e ha dimostrato un profondo amore per il Signore.

Pensare stoltamente che dietro questo incontro ci sia qualche motivazione romantica vorrebbe dire trovare una scusa per non raccogliere la responsabilità che c’è dietro il significato di questo incontro: Yeshùa si manifesta a tutti coloro che lo amano e lo cercano con tutto il cuore, senza dubitare.

Mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore. (Gr 29.13)



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